IL VERSETTO

Gesu' e' la Via, la Verità e la Vita; nessuno va al Padre se non per mezzo di Cristo.

domenica 27 luglio 2014

DISPERAZIONE O SPERANZA?

Isaia‬ ‭41‬:‭10‬ NR06

"Tu, non temere, perché io sono con te; non ti smarrire, perché io sono il tuo Dio; io ti fortifico, io ti soccorro, io ti sostengo con la destra della mia giustizia."

Quello che succede intorno a noi, sotto i nostri occhi (aerei carichi di passeggeri abbattuti, guerre assurde e terrificanti fabbriche di morte e così via), ci può portare ad uno stadio di disperazione e smarrimento caratterizzato da un forte senso di impotenza.

Grande conforto ci può venire dal versetto che ho riportato più su.

Quel pronome personale, "tu", può essere cambiato col tuo nome, col mio, col nome di chiunque cerchi rifugio e consolazione in queste parole.

Il Signore ci esorta a non temere e ci dà anche un valido motivo: perché Egli è con noi.

Ci sprona a non smarrirci, perché Egli è il nostro Dio.

La triade proposta da questo testo biblico ( "io ti fortifico, io ti soccorro, io ti sostengo" ) sembra mostrarci tutta la Divinità in azione (il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo).
Il mio augurio è che queste parole siano accolte prontamente nei nostri cuori con piena fiducia.
In questo mondo avremo tribolazioni e grandi sofferenze.
Chi può offrirci un futuro migliore?

Le promesse del Signore sono le uniche in grado di donarci la vera speranza:
Isaia‬ ‭11‬:‭6-9‬ NR06

"Il lupo abiterà con l’agnello, e il leopardo si sdraierà accanto al capretto; il vitello, il leoncello e il bestiame ingrassato staranno assieme, e un bambino li condurrà. La vacca pascolerà con l’orsa, i loro piccoli si sdraieranno assieme e il leone mangerà il foraggio come il bue. Il lattante giocherà sul nido della vipera, e il bambino divezzato stenderà la mano nella buca del serpente. Non si farà né male né danno su tutto il mio monte santo, poiché la conoscenza del SIGNORE riempirà la terra, come le acque coprono il fondo del mare."

Gesù è la via migliore, percorrila e fai buon viaggio!





sabato 5 luglio 2014

PAURA DELLA CULTURA?

Il terzo anno del regno di Ioiachim, re di Giuda, Nabucodonosor, re di Babilonia, marciò contro Gerusalemme e l’assediò. Il Signore gli diede nelle mani Ioiachim, re di Giuda, e una parte degli arredi della casa di Dio. Nabucodonosor portò gli arredi nel paese di Scinear, nella casa del suo dio, e li mise nella casa del tesoro del suo dio. Il re disse ad Aspenaz, capo dei suoi eunuchi, di condurgli dei figli d’Israele, di stirpe reale o di famiglie nobili. Dovevano essere ragazzi senza difetti fisici, di bell’aspetto, dotati di ogni saggezza, istruiti e intelligenti, capaci di stare nel palazzo reale per apprendere la scrittura e la lingua dei Caldei. Il re assegnò loro una razione giornaliera dei cibi della sua tavola e dei vini che egli beveva, e ordinò di istruirli per tre anni dopo i quali sarebbero passati al servizio del re. Tra di loro c’erano dei figli di Giuda: Daniele, Anania, Misael e Azaria. Il capo degli eunuchi diede loro altri nomi : a Daniele pose nome Baltazzar, ad Anania, Sadrac, a Misael, Mesac e ad Azaria, Abed-Nego. Daniele prese in cuor suo la decisione di non contaminarsi con i cibi del re e con il vino che il re beveva, e chiese al capo degli eunuchi di non obbligarlo a contaminarsi. Dio fece trovare a Daniele grazia e compassione presso il capo degli eunuchi. Questi disse a Daniele: «Io temo il re mio signore, che ha stabilito quello che dovete mangiare e bere; se egli vedesse le vostre facce più magre di quelle dei giovani della vostra stessa età, voi mettereste in pericolo la mia testa presso il re». Allora Daniele disse al maggiordomo, al quale il capo degli eunuchi aveva affidato la cura di Daniele, di Anania, di Misael e di Azaria: «Ti prego, metti i tuoi servi alla prova per dieci giorni: dacci da mangiare legumi e da bere acqua. In seguito confronterai il nostro aspetto con quello dei giovani che mangiano i cibi del re e ti regolerai su ciò che dovrai fare». Il maggiordomo accordò loro quanto domandavano e li mise alla prova per dieci giorni. Alla fine dei dieci giorni essi avevano miglior aspetto ed erano più prosperosi di tutti i giovani che avevano mangiato i cibi del re. Così il maggiordomo portò via il cibo e il vino che erano loro destinati, e diede loro legumi. A questi quattro giovani Dio diede di conoscere e comprendere ogni scrittura e ogni saggezza. Daniele aveva il dono di interpretare ogni specie di visioni e di sogni. Giunto il momento della loro presentazione, il capo degli eunuchi 
condusse i giovani da Nabucodonosor. Il re parlò con loro, ma fra tutti quei giovani non se ne trovò nessuno che fosse pari a Daniele, Anania, Misael e Azaria, i quali furono ammessi al servizio del re. Su tutti i punti che richiedevano saggezza e intelletto, sui quali il re li interrogasse, egli li trovava dieci volte superiori a tutti i magi e astrologi che erano in tutto il suo regno. Daniele continuò così fino al primo anno del re Ciro. (Daniele 1:1-21 NR06)

Le parole su cui voglio riflettere sono: "Dovevano essere ragazzi senza difetti fisici, di bell’aspetto, 
dotati di ogni saggezza, istruiti e intelligenti, capaci di stare nel palazzo reale per apprendere la scrittura e la lingua dei Caldei. Il re assegnò loro una razione giornaliera dei cibi della sua tavola e dei vini che egli beveva, e ordinò di istruirli per tre anni dopo i quali sarebbero passati al servizio del re. Tra di loro c’erano dei figli di Giuda: Daniele, Anania, Misael e Azaria. Il capo degli eunuchi diede loro altri nomi : a Daniele pose nome Baltazzar, ad Anania, Sadrac, a Misael, Mesac e ad Azaria, Abed-Nego. Daniele prese in cuor suo la decisione di non contaminarsi con i cibi del re e con il vino che il re beveva, e chiese al capo degli eunuchi di non obbligarlo a contaminarsi." 
Il piano del re era quello di trasmettere a quei ragazzi la conoscenza della scrittura e della lingua dei Caldei. Il re, oltre a ordinare di istruirli attraverso un corso di studi della durata di tre anni, decise anche quale dovesse essere il cibo da assegnare loro ogni giorno.
La cosa interessante che si può notare è che Daniele, uno dei ragazzi che sarebbero passati al servizio del re dopo gli studi triennali, non rifiutò di volere imparare la cultura caldea nè manifestò disappunto nei confronti dell' imposizione del suo nuovo nome(Baltazzar). La cosa che ci viene mostrata da questo brano biblico è che Daniele volle invece conservare almeno le sue abitudini alimentari, chiedendo di mangiare le verdure, evitando i cibi e le bevande del re. Non ebbe paura di "contaminarsi" con la nuova cultura, non ebbe paura di apprendere cose nuove, ma si preoccupò di un altro tipo di contaminazione.
Non voglio in questo mio articolo soffermarmi sull' importanza di una corretta alimentazione, ma desidero porre l' accento sul fatto che NON BISOGNA AVERE PAURA DELLA CONOSCENZA!! Daniele accettò di imparare una nuova scrittura, una nuova lingua, una nuova cultura, giudicando quel corso di studi triennali non pericoloso per la sua vita.
Spesso mi capita di incontrare persone, anche all' interno di organizzazioni cristiane, che hanno paura di imparare cose nuove; temono forse di dover mettere in discussione le loro conoscenze acquisite.
Inoltre la Bibbia ci dice: "A questi quattro giovani Dio diede di conoscere e comprendere ogni scrittura e ogni saggezza. Daniele aveva il dono di interpretare ogni specie di visioni e di sogni"(Daniele 1:17 NR06)
È evidente che Dio stesso permise ai quattro giovani di entrare in contatto con quella nuova cultura, essendo quei ragazzi saldamente ancorati alla loro identità culturale e religiosa.
Il mio invito è quello di evitare tutti quegli ambienti che non favoriscono l' ampliamento della conoscenza, del sapere, per paura che le fragili basi su cui poggia l' identità di quelle comunità vengano frantumate da nuove idee e nuovi orizzonti.
Se i leaders di certe organizzazioni provano a erigere recinti, barriere ideologiche, cercando di impedire ai membri delle comunità che guidano di accostarsi a nuove conoscenze, allora viene meno la solidità e la libertà che contraddistinsero il giovane Daniele e i suoi compagni.
Daniele ci mostra come è possibile "immergersi" in una nuova cultura, rimanendo però saldamente ancorato all' imbarcazione di Cristo.
Il mio augurio è che Gesù sia il centro immobile della tua conoscenza "dinamica".
Non temere di essere un "treno" che ama conoscere e scoprire nuove "terre", l' importante è sfrecciare sul binario di Cristo!!